Giancarlo Caneva è nato a Udine nel 1951.
È artista che sa far viaggiare l’osservatore lungo frequenze fantastiche in una dimensione dell’altrove, in cui vige la combinazione magica di colore e luce su paesaggi, che conservano solo in minima parte la loro fisicità. Per il resto sono scenari policromi, dove le forme richiamano solo velatamente le morfologie del territorio, ma sono assemblate in un’operazione che le stilizza fino alla semplificazione estrema.
Indubbiamente, al fondo dell’ispirazione c’è una capacità visionaria che trascina lo sguardo dentro una logica onirica, sospinta a creare situazioni di seducente bellezza: arroccamenti su costoni innestati in lande immaginarie, articolate in una serie fitta di elementi compositivi, distinti anche sul piano cromatico da una variegata gamma di opzioni; saliscendi di ambienti digradanti verso coste sconosciute; presenze vegetali, caratterizzate dalla parvenza originale e bizzarra di foglie e fusto; rilievi scaturiti da arcani sussulti tellurici; atmosfere di sospensione metafisica, dove la cadenza surreale delle forme produce un senso d’attesa di eventi, prossimi ad accadere.
L’impasto è la risultante di una ricerca personale, condotta sulla brillantezza della stesura e sulla corposità della pellicola di superficie. Il segno, forte e marcato oppure sottile e inciso, traccia percorsi che, prima di essere contorni di cose, è orbita di un itinerario frastagliato da prospettive labirintiche.
Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive che gli hanno permesso di ottenere stima e riconoscimenti da parte di pubblico e critica. Ha partecipato alla 46a, 50a e 52a Biennale di Venezia.
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